Ancona della Madonna della Neve, 1430-32
tempera su tavola (240 x 256 cm)- Opera: Ancona della Madonna della Neve, 1430-32 - tempera su tavola (240 x 256 cm)
- Autore: Stefano di Giovanni di Consolo da Cortona, detto Sassetta (da Cortona? 1400 ca., Siena 1450)
- Provenienza dell\’opera: Cattedrale di Siena fino al 1591, Opera del Duomo, Chiesa della Compagnia del Chiusdino fino al 1936, acquisto Conte Alessandro Contini-Bonacossi
- Direzione dei lavori: Alessandro Cecchi, Responsabile Dipartimento della Pittura dal Medioevo al primo Rinascimento della Galleria degli Uffizi, Firenze. Il restauro è stato affidato alle ditte Sandra Freschi e Nicola Ann MacGregor, Firenze.
- Indagini scientifiche:
- Contributo:
- Documentazione Fotografica: Antonio Quattrone, Quattrone Photo Snc., Firenze
Note storiche
La grande ancona è firmata in basso, nella predella e venne allogata al pittore il 25 marzo 1430 da “Madonna Lodovica di Francesco di Vanni Bertini di Siena” vedova di un Turino di Matteo, uomo d’arme già Operaio della Cattedrale di Siena, fattasi terziaria francescana dopo la morte del marito. Il contratto redatto a quella data destina la pala all’altare di San Bonifacio della Cattedrale senese, vicino alla porta della Madonna del Perdono e cita il soggetto che doveva rappresentare La Vergine col Bambino tra i S.S. Francesco, Pietro, Paolo e Giovanni Battista mentre la predella riproduceva cinque storie della Madonna della Neve.
L’opera avrebbe dovuto essere consegnata entro un anno dalla data del contratto ma insorsero numerose controversie con la committente e il suo compimento fu protratto entro il 23 ottobre del 1432.
Perduta la parte superiore della carpenteria originale che includeva, al centro, una tavola col Cristo redentore, previsto nel contratto, e due pannelli laterali con l’Angelo annunciante e l’Annunciata, di cui non fa cenno il documento, oggi nel Museo Comunale di Massa Marittima e nella collezione Platt di Englewood (USA), la pala conserva parte degli intagli dei tre archi che inquadrano le figure, fra cui sono quattro angeli, due dei quali reggono una corona sulla testa della Vergine circondata da un’aureola con l’iscrizione: Si confidis in me Sena eris gratia plena, uno sostiene un vassoio colmo di neve e un altro con le mani compresse prepara una palla di neve. La predella, originariamente prevista in cinque scene distinte, venne invece spartita dal Sassetta in sette episodi che si riferiscono al miracolo della Madonna della Neve, connesso con la fondazione della basilica romana di Santa Maria Maggiore. I primi quattro episodi sono quelli maggiormente danneggiati dall’umidità e quasi del tutto perduti.
Dopo essere stata rimossa dalla cattedrale nel 1591 e depositata nell’Opera del Duomo, la tavola venne venduta, l’8 giugno del 1592, dal rettore Giugurta Tommasi a un Matteo Bigini, agente per conto della Compagnia di Chiusino, nella cui umida chiesa rimase, subendo danni notevoli, fino al 1936, quando fu acquistata dal conte Alessandro Contini Bonacossi. Fu oggetto di un restauro successivo al 1936 che non risolse i principali danni subiti sia dal supporto ligneo che dalla pellicola pittorica.